Cina: boom di divorzi dopo convivenza forzata in isolamento. E in Italia?

A Xi’an, capitale della provincia dello Shaanxi in Cina nord-occidentale, la convivenza forzata a causa del Coronavirus, sta provocando un’ondata di divorzi.
Secondo i media locali, dal 1° marzo, l’anagrafe segnala un numero senza precedenti di richieste di divorzio.
“A seguito dell’epidemia, molte coppie sono state costrette a una convivenza stretta per oltre un mese, il che ha fatto emergere dei conflitti latenti. Di solito l’ondata di divorzi c’è dopo la Festa di Primavera e l’esame di ammissione all’università”, ha spiegato Wang, un funzionario.
Analoga situazione si è verificata nel distretto di Yanta, il cui limite è di cinque appuntamenti per il divorzio. Han, un funzionario dell’ufficio, ha confermato il picco di divorzi nonché il fatto che la quarantena fa esplodere dei conflitti latenti e spinge a divorzi impulsivi.
Wang ha spiegato che alcune giovani coppie, mentre il certificato di divorzio era in stampa, hanno deciso di sposarsi nuovamente.
La convivenza forzata può portare una serie di conseguenze negative sulla coppia ma quelle che risentiranno maggiormente saranno quelle che avevano già dei problemi, di comunicazione, di condivisione, di rispetto degli spazi personali, mentre le altre potranno trovare in questa situazione un motivo per rinsaldare il legame scoprendo un tempo spesso limitato.
È importante quindi condividere ma anche lasciarsi dei momenti in solitario, dove ci si impegna in attività individuali, per poi rincontrarsi e condividere di nuovo. La programmazione di progetti futuri può essere un modo per ingannare il lungo tempo a disposizione e tra questi la questione figli potrebbe prendere spazio sia per chi già li ha sia per chi decide di averli.
Pensare ad avere un figlio può aiutare a vincere l’angoscia di questi tempi, a proiettarsi verso un futuro si spera più sereno, con un progetto importante da mettere in cantiere ma, c’è il risvolto della medaglia.
In periodi come questi si riflette sul mondo, su quale direzione stiamo prendendo, sulla fragilità che mostriamo in situazioni come queste; ci dicono che faremo fronte al virus perché noi siamo esseri intelligenti, e questo di certo è vero, ma per ora siamo sprovvisti di qualsiasi protezione e il virus, per quanto stupido possa essere, sta avendo la meglio.
In questo periodo di emergenza sanitaria si pone anche il problema del diritto di visita dei figli da parte dei genitori, o altri familiari, nell'ambito di una vicenda giudiziale di separazione o divorzio.
La giurisprudenza di recente ha stabilito che i diritti di visita prevalgono sulle direttive del governo in merito alle regole del distanziamento sociale e che "nessuna chiusura in ambito regionale può giustificare violazioni di provvedimenti di separazione e divorzio".
Ovunque siano i figli, è consentito andarli a visitare o a prendere, anche spostandosi di comune o di regione, seppure sia sconsigliato dagli esperti fare compiere ai ragazzi spostamenti superiori ai 30 chilometri, per il rischio ovvio di entrare in contatto con sconosciuti. Rimane comunque assolutamente sconsigliato lo spostamento di minori di 5 anni.
Genitore non collocatario
Nel caso il figlio sia presso il genitore dove non abita abitualmente, bisogna evitare qualsiasi contatto con persone che non siano parte del nucleo famigliare.
Appartamenti
Il genitore non locatario deve garantire ai figli una distanza di sicurezza, anche dall'eventuale nuova compagna, nuova moglie o altri figli avuti dalla successiva relazione. La soluzione migliore sarebbe una stanza a loro dedicata.
Quarantena
Il genitore che sia stato messo in quarantena o che abbia avuto malesseri riconducibili al coronavirus ha il divieto di vedere e incontrare i figli, sia che sia genitore affidatario che collocatario.
Nonni
La permanenza dai nonni è assolutamente sconsigliata poiché gli anziani sono considerati una categoria fortemente a rischio. Tale soluzione può essere considerata solo in caso di "estrema necessità".
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